Duccio
Di Monte
Duccio
Di Monte
Nato a Colonnella (Te), vive ed opera ad Alba Adriatica. Inserito nel panorama artistico internazionale, frequentemente compie viaggi di ricerche e di studio che lo portano a cercare sintonie culturali in Italia e all’estero. La sua attività artistica è caratterizzata da una spiccata sensibilità estetica che esprime nell’osservazione e nella spontanea restituzione grafica e pittorica degli aspetti più intimi e poetici dell’ambiente naturale. Da oltre sessant’anni svolge un’intensa attività artistica esponendo in personali, collettive e antologiche, ottenendo sempre favorevoli giudizi di pubblico e critica. Dopo gli studi in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Urbino e artistici a Brera, inizia a ricercare svariati materiali e diverse tecniche pittoriche e scultoree.
Duccio di Monte
Avrei voluto parlarvi di me, di quello che sono ed invece vi parlerò degli antichi uomini che ci hanno preceduto nel corso dei secoli e dei millenni. Giambattista Vico studiando il linguaggio degli uomini primitivi li divide in categorie: ci sono gli dei, gli eroi, ed il popolo. Oggi li chiameremmo: teocratici, aristocratici, democratici. Sostanzialmente sono state le passioni, i sentimenti, che hanno formato la letteratura. Ma in quel tempo lontano, gli uomini non conoscevano ancora la scrittura. Ed allora? Come sappiamo la stessa poesia veniva trasmessa dagli Aedi (oggi li richiameremmo cantautori). Le prime lettere sono state rinvenute in Mesopotamia, in Assiria e Babilonia. Con i Fenici abbiamo le lettere dell’alfabeto. In questi ultimi anni, nasce la diatriba tra linguaggio parlato e pensiero – idea. Chi dei due viene prima? Più di settecento anni fa, Dante avrebbe risposto così: < io sono uno di quelli che come detta il cuore scrive> “I’mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch’è ditta dentro vo significando” (Canto XXIV del Purgatorio, vv. 52–54). Facendo riferimento al dettato individuato secoli dopo da Heidegger (filosofo e grande studioso della letteratura), per cui scrivere vorrebbe dire sì ad un linguaggio interiore. Allora, linguaggio parlato e linguaggio interiore verrebbero nello stesso momento, ossia coincidono. La temporaneità del linguaggio ha raggiunto una profondità di coscienza del pensiero che Jung chiama “Inconscio collettivo”, insegnando ad accettare l’idea della morte, quindi il dolore e le sofferenze dell’anima. Esisterebbero gli archetipi nella mente dell’uomo in maniera misteriosa secondo Freud. Quindi tra interno ed esterna non c’è più opposizione. Linguaggio, pensiero e letteratura coincidono. Attraverso la poesia, la letteratura, l’uomo dovrebbe arrivare a capire, comprendere l’altro, per cui l’altro diventa il se stesso.
Duccio Di Monte – Via Trieste, Alba Adriatica, 64011 Italy – ducciodimonte@gmail.com